Negli ultimi mesi, è sempre più in aumento la percentuale dei nostri associati che ci segnala di essere incappata in uno spiacevole episodio di “phishing”, o di “crimeware”, o ancora di “smishing” (evoluzione del primo).
Ma cosa vogliono dire questi paroloni di derivazione anglosassone ?!? Purtroppo nulla di buono, anzi, esattamente il contrario.
Sono infatti tutti reati informatici, a danno dei consumatori, posti in essere dai sempre più diffusi malintenzionati del web, che grazie alle loro abilità informatiche, cavalcano l’onda dell’inarrestabile dell’informatizzazione di tutto il mondo che ci circonda, tendendo così abili trappole digitali a sfavore dei consumatori in buona fede, e soprattutto nei confronti di quelli meno avvezzi al mondo “smart”.
Ci basti pensare, infatti, come ormai sia divenuta una scelta quasi obbligata, pagare digitalmente tutto, dal caffè al bar, alla bolletta della luce, o del gas, al bollo dell’auto, acquisti on line ed eseguire bonifici.
E non vi è dubbio che, in un mondo dove la frenesia la fa da padrona, e più che mai come ora, “il tempo è denaro”, il poter pagare, ordinare la qualunque cosa, prelevare contanti, con un semplice “click”, o meglio “touch”, ci ha sicuramente semplificato la vita, soprattutto in questo ultimo anno di chiusura forzata, causa Covid-19.
Ma andiamo con ordine, e cerchiamo di spiegare in breve di cosa si tratti, per mettere in guardia tutti i consumatori:
- il “PHISHING” è una frode che consiste nel tentativo di carpire informazioni personali degli utenti (es. codici segreti per accedere ai servizi bancari, o postali), perpetrata tramite l’invio di messaggi contraffatti, MA in apparenza provenienti da soggetti affidabili (es. la banca, o la posta). Questi messaggi, di solito email, ma a volte anche telefonate, o SMS (in questo caso si parla più propriamente di “smishing”), e su WhatsApp, invitano a collegarsi al sito della banca, o della posta, tramite un link contenuto nel messaggio, per verificare, o lasciare dati riservati. In realtà, il sito a cui sia accede, è un sito “fake”, o pirata, che copia esattamente quello ufficiale della banca, o della posta, per appropriarsi dei vostri dati, e utilizzarli per fini illegali;
- il “CRIMEWARE” è un furto della vostra identità elettronica, legato alla contaminazione dei vostri dispositivi mobili (es. smartphone, smartwatch, pc, tablet), mediante virus informatici che si installano da remoto, ovvero a distanza (es. Trojan Horse), e mediante i quali si possono reperire e copiare tutti i vostri dati personali, sempre per fini illegali.
Come si può notare, sono stratagemmi subdoli, e nei quali è facile incappare. Per questo abbiamo deciso di uscire pubblicamente con un articolo, che possa indirizzare non solo i nostri associati, ma tutti i consumatori, verso una maggiore tutela da tali facili frodi, che sfruttano la digitalizzazione dei sistemi di pagamento, e di accantonamento dei risparmi.
Per questa ragione, abbiamo pensato di indicarvi alcuni semplici consigli da seguire nelle vostre operazioni quotidiane:
1- cancella, SENZA aprire le comunicazioni sospette;
2- NON trasferire denaro su un altro account su richiesta. Il tuo ente bancario o postale non ti chiederanno MAI di farlo;
3- NON cliccare MAI sui link, o aprire gli allegati dei messaggi, o mail, se non sei sicuro della loro legittimità;
4- in caso di dubbio, CONTATTA il tuo istituto bancario, o postale, attraverso i canali ufficiali, per verificare la veridicità della comunicazione;
5- NON rispondere MAI ad un messaggio, o mail, o WhatsApp, che richiedono il tuo PIN, o la PASSWORD del tuo conto online, o qualsiasi altra credenziale;
6- per accedere al sito della banca, o della posta, digita SEMPRE il link nel browser del tuo dispositivo, o accedi tramite l’applicazione dell’ente.
Elena Feltrin